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"Chi è Denis Emorine, questo poeta funambolo che non smette mai di camminare «sul filo teso, con il pericolo che si spezzi, tra Oriente e Occidente», come scriveva in una precedente raccolta Prélude à un nouvel exil (Éditions Unicité)? Chi è questo scrittore torturato per il quale l'amore è inseparabile dalla morte e la morte è il prezzo da pagare per amare ed essere amati? Chi è colui che fa della potenza delle sue parole la pala che scava la propria incapacità di essere felice? Chi è quest'uomo, "bambino tragico", che non riesce più a rizzarsi sulla punta dei piedi per raggiungere il paradiso spezzato dell'amore materno?" (Isabelle Poncet-Rimaud)